Body Studies

Trasmutation

Body Studies: The mutability of the human form

 Recently, I embarked on a photography project exploring the intricate details of the human body, with a particular focus on the hands, arms and legs. For the Body studies project, I drew inspiration from the works of sculptor Ossip Zadkine, known for his abstract representations of the human form. 

 I began studying Zadkine's sculptures in detail taking note of the way he played with space and the interplay of light and shadow. What strikes me a lot is the way it captures the energy and movement of the body and gives life to what is still. From there, I began experimenting with different angles and perspectives, taking photos of moving hands and arms, halved legs, and even broken limbs, in an effort to capture the raw, visceral quality of the human form. 

 I found myself drawn to the tiny details, the tiny imperfections that make each body unique, and the uncanny resemblance of mannequins or statues to the human body. The lines on the hand, the way in which a muscle stretches under the skin, even if it is made of plastic or marble, the scars and details that tell a story of their own and which, through photography, synthesize the intimacy and the individuality. 

The project is still ongoing, and is an experiment in the complexity of the human form.

Body Studies: La mutabilità della forma umana

 Di recente, ho intrapreso un progetto fotografico esplorando gli intricati dettagli del corpo umano, concentrandomi in particolare su mani, braccia e gambe. Per il progetto Body studies, ho tratto ispirazione dalle opere dello scultore Ossip Zadkine, noto per le sue rappresentazioni astratte della forma umana.

 Ho iniziato a studiare le sculture di Zadkine nei dettagli prendendo nota del modo in cui giocava con lo spazio e con l'interazione tra luce e ombra.  A colpirmi molto è il modo in cui cattura l'energia e il movimento del corpo e dona vita a ciò che è immobile. Da lì, ho iniziato a sperimentare con diverse angolazioni e prospettive, scattando foto di mani e braccia in movimento, gambe a metà e persino arti rotti, nel tentativo di catturare la qualità cruda e viscerale della forma umana.

 Mi sono trovata attratta dai piccoli dettagli, dalle minuscole imperfezioni che rendono ogni corpo unico e dall'inquietante somiglianza dei manichini o delle statue con il corpo umano. Le linee sulla mano, il modo in cui un muscolo si tende sotto la pelle, seppur questa sia di plastica o marmo,  le cicatrici e le minuzie che raccontano una storia tutta loro e che, attraverso la fotografia, sintetizzano l'intimità e  la vulnerabilità.

Il progetto è  ancora in corso, ed è un esperimento sulla complessità della forma umana.